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La rivisitazione del mito di Elena diventa il punto di partenza per un'indagine sul fascino femminile ed in particolare sul suo lato più oscuro ed inquietante. Gli Autori lo fanno da psicopatologi proponendo una vera e propria "autopsia mitologica" volta a cogliere gli snodi critici del percorso mitologico di Elena. Nelle splendide immagini che il mito propone vengono messi in luce quei passaggi, segni ed anche "sintomi" che alludono a possibili ricadute cliniche e che oggi si possono ricondurre ad un particolare assetto di spettro autistico. L'opinione degli Autori è che sia proprio questo a dare a Elena quella "eccezionalità" che l'ha resa un'icona dell'incanto e della terribilità che compongono il fascino femminile. Capace di muovere le guerre come di far germinare la poesia; l'incanto come la sciagura. Elena è la Bellezza che si è fatta donna, con un in più di "fascino" che ne fa, a tutti gli effetti, un "eroe" del mondo antico. Dunque un essere eccezionale che va oltre i limiti dell'umano, verso il nuovo, il diverso ed il "divino". Additando in questo una via di emancipazione e di elevazione all'umanità tutta, ma insieme rivelando i possibili aspetti di deficit e di inadeguatezza che vi si accompagnano e che magari vi sono ineluttabilmente connessi. L'indagine sul fascino è il cuore del lavoro con una particolare attenzione su quelle che possono esserne sia le vie psicogenetiche, sia gli effetti sulle persone su cui il fascino fa presa. Le vicende mitologiche di Elena vengono poi ricercate in due moderne "bellissime", vere e proprie attualizzazioni della regina di Sparta: Hedy Lamarr, attrice e scienziata, "la donna più bella del mondo", e Marilyn Monroe, la "dump blonde", icona del fascino femminile nell'immaginario collettivo.